Principio di solidarietà sociale

Principio di solidarietà sociale

Mani l'una sopra l'altro colorate con i colori della pace

Il principio di solidarietà sociale è uno dei principi che governano il rapporto medico paziente.

Sulla base di quanto abbiamo appena detto nel tema sulla salute e sulla malattia, se io volessi donare un rene o un pezzo di fegato, detta donazione non potrei farla. Questo perché una donazione del genere, violerebbe l’articolo 5 codice civile.

Ne consegue che quando si è posto il problema del trapianto, si è dovuto intervenire con un provvedimento legislativo che derogasse come eccezione, alla regola generale posta dall’articolo 5 codice civile.

Articolo dedicato all’integrità e l’indisponibilità del corpo.
Il trapianto d’organi è quindi una eccezione che trova il suo fondamento nel principio di solidarietà, ammissibile soltanto all’interno del concetto di donazione.
La bioetica ha utilizzato il modello della donazione non per fini solidaristici, ma per fini utilitaristici.
Nei tempi in cui cominciarono ad effettuare i trapianti, le analisi al sangue non erano così raffinate come, invece, possono esserlo oggi.
Pertanto, si scelse il modello donazione perché, in astratto, il più idoneo ad assicurare la purezza del sangue. Che quindi il medesimo fosse esente da patologie trasmissibili.
La logica del tempo era:
  • Se dono, voglio fare del bene; se voglio fare del bene non voglio trasmettere le mie malattie.
Se invece mi fosse stata consentita la compravendita, il mio fine sarebbe potuto essere il profitto. Pertanto, il profitto avrebbe potuto condurmi a celare le mie malattie.
Se continuiamo a parlare della malattia e più precisamente del rapporto medico paziente, scopriremo l’esistenza di due massime provenienti dal mondo latino.

Massime riguardanti il rapporto medico paziente

Visione oggettiva della malattia. Salus aegroti suprema lex

Cioè, la salute è il bene supremo da preservare a prescindere dalla volontà del soggetto malato.
Qui abbiamo una visione oggettiva della malattia e quindi il riconoscimento dell’impostazione Doctor Centered.
Il dottore è al centro della questione, è lui che decide cosa sia bene e cosa, invece sia male per il malato.

Visione soggettiva della malattia. Voluntas aegroti suprema lex:

Qui ad essere suprema è, invece, la volontà del paziente. In questa impostazione è il paziente a dire se è malato oppure no.
Per capire meglio questa impostazione, dobbiamo comprendere meglio il concetto di malattia.
Il problema della malattia è più articolato di quanto si possa immaginare. Per cercare di capire la sua complessità, possiamo mettere in luce un fatto.
Nella lingua inglese esistono 3 diverse definizione di malattia:
  1. Disease: per descrivere la malattia dal punto di vista dei manuali di anatomia, dal punto di vista dei medici.
  2. Illness: per descrivere la malattia dal punto di vista del malato, il modo in cui questo l’avverte
  3. Sickness: per descrivere la malattia dal punto di vista dei familiari.

Ma allora la malattia è soggettiva perché assoggetta me, ma ha anche una dimensione oggettiva perché la condivido, con il medico che mi deve curare e con i familiari che mi devono stare vicino.

Qui è interessante citare il padre di Eluana Englaro. Quest’ultimo si lamentava per il fatto che la figlia fosse stata intubata senza che egli sia stato consultato.

Ecco come emerge anche, il tema delle cure palliative.
Ossia: quelle cure che non guariscono il soggetto ma lo aiutano a migliorare la qualità della sua vita.
E quindi, a migliorare anche la qualità della vita delle persone che stanno vicino al malato.
Si pensi ad esempio alla terapia del dolore.

I principi che governano il rapporto medico paziente

 
Ora, alla luce di quanto abbiamo esposto, possiamo dire che i principi che regolano il rapporto medico-paziente sono essenzialmente cinque.
E sono il principio di:
  1. Beneficenza o Beneficialità
  2. Autonomia o Autodeterminazione
  3. Non Maleficenza
  4. Verità
  5. Fedeltà

Elenco altri post della categoria “Bioetica”.

Ti potrebbe interessare anche...