Rapporto medico paziente. Principio di autonomia o autodeterminazione
Rapporto medico paziente. Principio di autonomia o autodeterminazione
Rapporto medico paziente. Principio di autonomia o autodeterminazione è l’argomento che si è reso necessario trattare, oggi, nella sezione Bioetica.
Per comprendere, a meglio, questo principio è utile citare già da subito la frase di Kant:
- nessuno può dirmi come posso essere felice.
Ne consegue che, quello che per me è bene o un male non può stabilirlo, né il medico, né la società.
Per assurdo, io posso stare bene anche da cieco o in una carrozzina, ma devo essere sempre io a stabilirlo. E mai il medico, la Chiesa o altre terze persone diverse da me.
Faccio un esempio con un caso realmente accaduto. Magari riuscirò a spiegare meglio quanto sto cercando di dire.
Due lesbiche, in quanto sorde, facevano parte di un’associazione orgoglio sordi. Esse vivevano la loro condizione non come handicap, bensì come una condizione felice di cui andare appunto orgogliose.
Erano, infatti, così felici di essere affette da sordità che quando decidono di avere un figlio, mettono un annuncio su internet.
Esse chiedevano in donazione il seme di un uomo sordo, di modo da garantire la sordità, anche al futuro nascituro.
Con riferimento a detto principio, è interessante citare Dworkin, un grande giurista americano. Quest’ultimo riteneva che:
- Il cittadino ha diritto di vivere e morire, sulla base delle sue convinzioni etiche e religiose.
De Cupis, invece, riteneva che l’articolo 5 codice civile, fosse stato posto in essere per tutelare l’individuo e non per rivoltarsi contro di lui.
Quale principio prevale tra beneficenza e autonomia?
La risposta a mio avviso, è la seguente:
- Attraverso l’opera creativa dei giudici.
E come sappiamo, i giudici tendono a fare prevalere il principio di autonomia su quello di beneficenza.
Hanno, con una decisione paradossale, riconosciuto il diritto all’autodeterminazione, ma hanno applicato quello di beneficenza.
In altre parole, medico e paziente devono incontrarsi su un reciproco rapporto di fiducia, lealtà e consapevolezza.
Questo perché entrambi sono fragili.
Il malato per la malattia, il medico nel contrastare la medesima.