Definizione di diritto sindacale e le varie forme di sindacato

Definizione di diritto sindacale e le varie forme di sindacato 

Se volessimo definire il diritto sindacale potremmo dire che esso può essere inteso come, quella branca del diritto che si occupa del lavoratore da un punto di vista collettivo e non individuale.

L’oggetto di studio del diritto sindacale sono fondamentalmente tre tematiche, più precisamente:

  • Le organizzazioni sindacali
  • Lo sciopero
  • I contratti collettivi di lavoro

Compresa la definizione di diritto sindacale è a questo punto opportuno precisare, che esso è un diritto assai complesso e peculiare.

Complessità e peculiarità dipendono dal fatto che oltre alle norme di provenienza legislativa o di elaborazione giurisprudenziale, ci sono un numero di norme molto cospicuo che ha natura propriamente contrattuale.

In altre parole, è come se vi fosse una capacità autoregolativa del diritto sindacale che dà luogo – almeno secondo Gino Giugni che è il maggior studioso italiano di diritto sindacale – ad una sorta di ordinamento intersindacale che produce norme efficaci anche per l’ordinamento dello Stato.

Il sindacalismo dei lavoratori

Come abbiamo avuto modo di vedere nei post precedenti, anche in Italia sono nati e si sono evoluti i Movimenti Sindacali.

Detta evoluzione si è verificata, sia perché con il tempo sono mutate le loro forme organizzative, sia perché sono mutati anche le modalità attraverso le quali essi si rapportano al sistema economico e politico del Paese.

Sindacalismo di mestiere

La forma più antica di sindacalismo è il Sindacalismo di Mestiere, ovvero, quel sindacalismo che aggregava tutti i lavoratori che svolgevano un medesimo mestiere.

Esso, sorto nell’Ottocento, non era altro che un qualcosa di assai simile – mutatis mutandis – alle antiche corporazioni medievali.

Detto sindacalismo di mestiere si è formato attorno ai mestieri più importanti e qualificati dell’epoca. Stiamo parlando delle c.d. aristocrazie operaie, le quali erano le uniche ad avere un peso negoziale nei confronti degli imprenditori.

Sempre in tema di sindacati di mestieri, dobbiamo dire che essi persero gran parte del loro peso con il passaggio alla produzione di massa e alla correlativa standardizzazione dei mestieri. In altre parole, con il passaggio al lavoro industriale.

Nonostante la perdita di peso di cui stiamo parlando, ancora oggi il sindacalismo di mestiere è un qualcosa che esiste. Anche se oggi non si parla più del sindacalismo di mestiere, ma dei c.d. Sindacati Professionali.

Al riguardo si pensi a quelle categorie di lavoratori, intellettuali o comunque dotati di particolari qualifiche professionali, che insoddisfatti del sindacalismo generale si organizzano autonomamente di modo da difendere i propri interessi in maniera più aggressiva e quindi più efficace.

Sindacati di dirigenti e quadri

Su un piano diverso sono nati i sindacati dei dirigenti e dei c.d. quadri. Anche essi sono lavoratori dipendenti, ma la loro posizione apicale e sub-apicale non li rende certo uguali agli altri dipendenti dell’imprenditore.

Essi infatti sono a stretto contatto con quest’ultimo, in quanto diretti collaboratori e quindi non avrebbe senso farli rientrare all’interno dei sindacati generali.

Sindacato di industria o di categoria

Nel corso del Novecento si è avuto il declino del Sindacalismo di Mestiere e si è imposto quello di Industria che oggi è chiamato Sindacalismo di Categoria.

Come è agevole immaginare, detto sindacalismo non aggrega tutti i lavoratori che fanno lo stesso mestiere, ma tutti i lavoratori operanti nello stesso Settore Economico.

Ne consegue che all’interno dello stesso settore economico – metalmeccanici, chimici, bancari, edili, ecc. – l’operaio è accomunato al centralinista o all’autista e così via.

Quanto abbiamo appena detto ci fa capre un dato certo e cioè, che tenendo assieme tutti i lavoratori di un settore economico, il sindacato di categoria riesce a tutelare gli interessi di quei lavoratori in modo trasversale.

Il sindacalismo di categoria in Italia

In Italia i sindacati più importanti sono la CGIL, CISL e UIL, i quali rivestono la forma di CONFEDERAZIONI SINDACALI.

Dette Confederazioni Sindacali sono associazioni di secondo grado, nel senso che aggregano non i lavoratori, ma le associazioni sindacali di categoria presenti nel nostro Paese e che hanno sposato la stessa identità politico-sindacale.

Il sindacato di azienda

Si tratta di Entità sindacali di ridotte dimensioni, in quanto prendono forma all’interno della singola azienda stessa, soprattutto per protestare nei confronti del sindacalismo generale.

L’esempio tipico di un sindacato di azienda sono i c.d. COBAS o altrimenti chiamati, Comitati di base.

Il sindacato di azienda è una forma di sindacato non molto diffusa in Italia.

IL SINDACALISMO IMPRENDITORIALE

Per fronteggiare il potere contrattuale dei sindacati dei lavoratori si è sviluppato come sindacalismo di risposta, un variegato sindacalismo imprenditoriale.

Anche il sindacalismo imprenditoriale è organizzato come i sindacati dei lavoratori. Ne consegue che abbiamo, associazioni imprenditoriali di categoria che stipulano i  c.d. Contratti Collettivi Nazionali di Categoria, si pensi a Federmeccanica i quali fanno parte di più ampie entità confederali, si pensi a Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, all’ABI o al Confartigianato.

Si osservi che sono le Confederazioni le principali destinatarie della Concertazione.

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