Dal Concilio Vaticano 1 al Concilio Vaticano 2

Dal Concilio Vaticano 1 al Concilio Vaticano 2

Aula conciliare

Lo studio del diritto canonico continua con il periodo che va dal Concilio Vaticano 1 al Concilio Vaticano 2.

Circa 300 anni dopo il diritto tridentino, più precisamente nel 1869, vi fu un altro Concilio. Quest’ultimo fu sospeso nel 1870 a causa della minaccia militare che avrebbe portato, di lì a poco, alla debellatio dello Stato Pontificio. In altre parole, il Papa perderà la sovranità temporale.

E’ un periodo in cui si fa strada la c.d. secolarizzazione.

D’altra parte l’800 è il periodo del positivismo, dove lo Stato laico ritiene che sia diritto solo quello da esso stesso prodotto. Pertanto correlativamente nega tale dignità a quello canonico.

E’ chiaro, lo Stato comincia ad avere pretese esclusiviste (Stato Sovrano) e questo diventa un secolo in cui si verifica un impoverimento della scienza canonistica. Ma questo non toglie e non potrà mai togliere, che il diritto canonico sia un vero e proprio diritto.

Il Concilio Vaticano I, mediante la Costituzione dogmatica Pastor aeternus aveva stabilito:

  1. Il primato del Papa
  2. L’infallibilità Papa

Nasce l’esigenza di codificare il diritto canonico

Detto Concilio fu, altresì, ritenuto importante perché fu proprio nel suo seno, che nacque l’idea di codificare il diritto canonico. Codificarlo così come gli altri Stati laici, avevano codificato il loro.

L’esigenza nacque, in quanto, il diritto canonico era difficilmente conoscibile nella sua integrità. Si erano infatti accumulati quasi 2000 anni di materiale giuridico, composto da leggi e principi che avevano sino a quel momento sorretto la Chiesa.

All’interno della Chiesa non tutti erano a favore di codificare il diritto canonico. Vi erano infatti coloro che si opponevano, in quanto ritenevano che:

  • La codificazione avrebbe bloccato l’evoluzione del diritto.
  • Il diritto canonico era un complesso di norme così ampio e articolato che porre in essere la codificazione, sarebbe stato a dir poco impossibile.

La nascita del primo codice di diritto canonico. Il Codice del 1971

Nonostante le suddette argomentazioni poste contro la codificazione, alla fine ebbero la meglio coloro i quali erano invece a favore.

Sarà Pio X a dare impulso nel 1904 all’inizio dei lavori, i quali dureranno per ben 13 anni.

Il codice sarà infatti promulgato dal suo successore Benedetto XV nel 1917 e sarà composto da 2414 canoni suddivisi in 5 libri:

  1. norme generali.
  2. persone.
  3. cose.
  4. processi.
  5. delitti e pene.

Anche Benedetto XV aveva provveduto ad istituire, una commissione per l’interpretazione autentica del codice. Essa aveva il compito di eliminare tutti gli eventuali dubbi interpretativi.

Nasce l’esigenza di emanare un nuovo codice

A distanza di circa 66 anni, sorgerà l’esigenza di emanare  un nuovo codice. Questo non perché quello vecchio non avesse i correlativi canoni formulati bene, ma perché vi fu l’esigenza di adattare la legislazione, alle nuove acquisizioni ottenute mediante il Concilio Vaticano II.

In altre parole, il diritto non rispecchiava più il modo in cui la Chiesa si stava rappresentando.

Per approfondire quest’ultimo aspetto cliccare su questo POST e leggere il paragrafo Positivizzazione nuovi Principi.

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