L’istituto del matrimonio e le sue finalità

L’istituto del matrimonio e le sue finalità

 

anelli nuziali

L’istituto del matrimonio e le sue finalità ci porta, già da subito, a richiamare il più volte citato canone 1055 e sono:

  • Ordinato al bene dei coniugi
  • Procreazione
  • Educazione prole

Si faccia bene attenzione, perché questi fini presentano carattere di ideale di principio. Quindi potrà aversi tranquillamente, un matrimonio senza la prole. Ne consegue che, l’esistenza del matrimonio non è subordinata all’esistenza di tutte e tre le finalità. Sarà necessario solamente, che i coniugi vogliano le suddette, al momento del contrarlo.

È altresì importante dire, che queste tre finalità del matrimonio, sono inscindibili l’uno dall’altro. Non è, infatti, concepibile un matrimonio finalizzato, solamente al bene dei coniugi o solo alla procreazione.

Ad ogni modo, il Secondo paragrafo del canone 1055 eleva il matrimonio fra battezzati a dignità di sacramento.

  • Pertanto tra i battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò stesso sacramento.

Soggetti nel matrimonio sacramento

Nel matrimonio sacramento i soggetti protagonisti (o ministri) sono i coniugi. Il sacerdote riveste solo la figura di testimone qualificato. Come tutti i sacramenti, anche il matrimonio conferisce una grazia e cioè, quella di far vivere meglio in modo pieno la propria vita.

Le proprietà essenziali del matrimonio sono l’unità e l’indissolubilità. Dette proprietà, all’interno del matrimonio cristiano, sono dotate – in ragione del sacramento – di una stabilità peculiare. Proprio per questa ragione, il matrimonio rato e consumato, non può essere sciolto da nessuna potestà umana.

La forza del sacramento matrimonio

Il matrimonio tra un uomo e una donna, correttamente rato e consumato, è indissolubile. Questo perché il matrimonio unisce i coniugi con la stessa forza che unisce Cristo con la sua Chiesa. In tal senso è interessante sia:

Paolo, agli Efesini, 5.21 ss.

Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.

Lumen Gentium n. 11

“I coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio. Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e assecondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale”.

Natura del diritto a contrarre matrimonio. Ius connubii

Per quanto invece concerne il ius connubii cioè, il diritto a contrarre matrimonio, dobbiamo semplicemente dire che esso è un diritto naturale e fondamentale del fedele. Non è menzionato nel catalogo dei diritti fondamentali, ma è lo stesso tale grazie al canone 219: Tutti i fedeli hanno il diritto di essere immuni da qualsiasi costrizione nella scelta dello stato di vita.

Ne consegue che il ius connubii è riconosciuto e non concesso dal diritto canonico. Quest’ultimo tuttavia, ne disciplina talune limitazioni. Esse però devono essere stabilite, per cause giuste e gravi e devono essere altresì, definite con certezza.

Esempi di tali limitazioni sono gli impedimenti matrimoniali.

N.B. Il matrimonio dei cattolici, anche quando sia cattolica una sola delle parti, è retto non soltanto dal diritto divino, ma anche da quello canonico. Salva la competenza dell’autorità civile circa gli effetti, puramente civili, del medesimo matrimonio.

Approfondimento

Per eventuali approfondimenti riguardo l’istituto del matrimonio e le sue finalità, vi prego di lasciare un commento.

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