Le sopravvenienze attive

Le sopravvenienze attive

Bene che aumento il suo valore

Le sopravvenienze attive sono elementi reddituali di carattere straordinario e possono essere distinte in:

  • Proprie
  • Improprie

Sopravvenienze attive proprie

Le sopravvenienze Proprie sono assoggettate al principio di competenza. Esse si realizzano quando in un esercizio successivo vengono a modificarsi, in senso favorevole, vicende economico-giuridiche che risultano in precedenti bilanci.

In modo particolare il legislatore (art. 88 comma 1 TUIR), le individua:

  1. In quei ricavi o proventi che sono stati conseguiti sulla base di perdite o spese, che erano già stati dedotti in precedenti esercizi. Si pensi al conseguimento inaspettato di somme, a fronte di una perdita su crediti già contabilizzati in precedenza.
  2. Nei ricavi e negli altri proventi che si ottengono grazie ad importi maggiori di quelli che hanno concorso a formare il reddito di precedenti esercizi. Si pensi al riconoscimento di maggiori prezzi a seguito di revisione contrattuale.
  3. Infine, nei ricavi e proventi conseguiti grazie ad sopravvenuta insussistenza di oneri, spese, perdite e passività in generale, i quali sono stati iscritti nel bilancio di precedenti esercizi. Si pensi al sconti su merci acquistate che sono state contabilizzate per il prezzo intero.

In tutte queste ipotesi, indipendentemente dalla eventuale riscossione, il ricavo o il provento che costituisce la sopravvenienza, concorre a formare il reddito nell’esercizio in cui si verificano i fattori causativi.

Sopravvenienze attive improprie 

Le sopravvenienze Improprie o c.d. Assimilate sono, invece, disciplinate dall’articolo 88 comma 3 TUIR e sono tali:

  • Le indennità conseguite a titolo di risarcimento, anche assicurativo, per danni subiti a beni DIVERSI da quelli merce, strumentali e patrimoniali. Esempio, indennizzi per concorrenza sleale o uso illegittimo di propri brevetti.

Qui manca ogni collegamento con le contabilità precedenti.

  • Proventi in danaro o in natura conseguiti a titolo di contributo o liberalità DIVERSI, da quelli rientranti tra i ricavi e da quelli per acquisto di beni ammortizzabili.

Anche in questo caso manca ogni collegamento con le contabilità precedenti.

Su quest’ultimo tipo di sopravvenienza bisogna fare due puntualizzazioni:

  1. Il fatto che i contributi per l’acquisto di beni ammortizzabili siano escluse dalle sopravvenienze attive, non vuol dire che essi non abbiano valenza reddituale. Sono ugualmente sottoposti a tassazione consentendo minori quote di ammortamento fiscalmente deducibili; non a caso il costo di ammortamento viene determinato al netto del contributo ottenuto.
  2. Le liberalità e i contributi qui considerati, che per esclusione possono essere solo in conto capitale o a causa mista, hanno un trattamento che deroga al normale principio di competenza, proprio perché essi sono tassati nell’esercizio in cui sono incassati e nel caso di quote costanti, nell’esercizio in cui sono stati incassati e nei successivi e non oltre il quarto.

Le non sopravvenienze attive

N.B. E’ stato, infine, previsto che non costituiscono sopravvenienze attive e quindi non sono tassabili:

  • I versamenti a fondo perduto o in conto capitale fatti da soci alle società.
  • La riduzione dei debiti dell’impresa in sede di concordato preventivo o fallimentare.

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